Naturalmente, la differenza tra un'opera d'arte pittorica, creata sostanzialmente in toto dal
Pittore, ed una fotografia, creata sostanzialmente dalla
Luce, è evidente fin dall'inizio dell'invenzione della
fotografia stessa. L'irritazione di Baudelaire nel 1859, appare più che comprensibile anche oggi, in quanto la forma caratteristica della fotografia sembra precludere l'atto della creazione artistica dell'opera, come può essere per una scultura o un disegno a carboncino. Se però guardiamo i risultati, in molti casi notevoli dal punto di vista artistico (pensiamo ad esempio ai paesaggi di Ansel Adams, che nulla hanno da invidiare rispetto a pittori anche di grande rilievo, o alle composizioni di Man Ray, alle nuvole di Luigi Ghirri, ai giardini fatati di Fulvio Ventura....) ci rendiamo conto di come il processo di creazione artistica manuale venga sostituito da un percorso che ha ancora molto di manuale (la ricerca del soggetto, la posa, lo sviluppo a mano con le sue molteplici fasi ed elaborazioni) ma avviene principalmente nella testa (nell'animo, nella sensibilità, nella cultura) dell'artista; con una sua peculiarità certo, di essere sempre legata alla luce, al momento; ma è una caratteristica, non un limite. Ed apre anche inaspettate prospettive sul tempo... e talvolta sulla sua assenza.