Osservò la scena e pensò alla vita – e come regolarmente gli succedeva quando pensava alla vita, diventò malinconico. Una tristezza dolce discese in lui. Sentì quanto era vano lottare contro la sorte – era questa la saggezza che i secoli gli avevano tramandato.
“L’uomo nella sua arroganza si crede un’opera grande, meritevole di una creazione divina. Più umile, io credo sia più giusto considerarlo discendente degli animali.”
“C’era un tempo che, come l’aurora nobilmente m’incitava, così il tramonto mi portava sollievo. Ora non più. Questa bella luce non mi rischiara più, ogni bellezza mi è d’angoscia, dacché non posso più goderla. Dotato della percezione superiore, mi manca la bassa potenza di godere: sono dannato così nel modo più sottile e più perverso; sono dannato in mezzo al Paradiso!”
“La nave dormiva.
Il mare si stendeva lontano,
immenso e caliginoso,
come l’immagine della vita,
con la superficie scintillante
e le profondità senza luce”
Davanti alla legge sta un guardiano. Un uomo di campagna viene da questo guardiano e gli chiede il permesso di accedere alla legge. Ma il guardiano gli risponde che per il momento non glielo può consentire.
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La realtà mi stanca, la realtà è un muro di volti. Io sono una persona isolata. Mi sembra di venire dal fondo delle tenebre, però sì, ho avuto il piacere di fare qualche cosa, di poter dire: io esisto.
Tratto dall’omonimo racconto giovanile di Dino Buzzati.
Il colonnello in pensione Sebastiano Procolo è tormentato dalle proprie ambizioni e incattivito da una vecchiaia senza affetti. Incapace di amare e sognare, è abituato a riportare tutto alla logica della gerarchia, della ragione e del profitto.
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“Il cuore del mondo è in profondità. Tutto quello che ci tiene in superficie non serve a niente. Chi ha talento per scendere in profondità perde tempo con gli amici”.
La storia della O Di Giotto nasce dall’esigenza di Papa Bonifacio VIII che, all’inizio del 1300 era alla ricerca di un artista cui affidare il suo ritratto.
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La gioia di fotografare solo per me stesso.
Un semplice privilegio in una vita di..
g.f.
Non essere triste
povera creatura.
Guarda il cielo!
g.f.
Mi sto accorgendo che le mie immagini sono piene di “niente“.
Però mi consolo pensando che nel “niente” c’è dentro “tutto“, mentre nel “particolare” c’è solo “qualcosa“.
g.f.
“Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendia si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio.
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E’ noto come molti “esperti” di fotografia, durante le loro “lezioni”, indichino ai propri allievi, che una causa ricorrente di molte “fotografie sbagliate”, sia la mancanza di un “soggetto” ben determinato.
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Ben presto ho imparato che un’immagine all’apparenza insignificante può divenire piena di significato ed è un aspetto della fotografia che ho sempre adorato.
Vagare nella Natura con aria sognante…
e vedere, semplicemente, dentro me stesso… è quanto mi basta.
g.f.
Ogni giorno guardo dalla mia piccola finestra sul mondo.
Oggi i colori della spiaggia giocano gentili e composti con le onde del mare.
Intanto… giovani donne… sognano.
g.f.
Presto dalla luce apparirà e silenziosa scenderà dal cielo.
Finalmente ci prenderà con sé… e magicamente volerà via.
Così saremo felici.
Le guance arrossiscono, il cuore corre veloce, lo stomaco va in subbuglio.
Paure, incertezze, strane complicità ed innocenti segreti, pervadono l’anima.
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