“Tutto è gratuito, questo giardino, questa città e io stesso. Quando capita di accorgersene, viene il voltastomaco e tutto comincia ad oscillare; ecco la Nausea”.
Il momento in cui un uomo si interroga sul significato e sul valore della vita, egli è malato, dato che oggettivamente non esiste nessuna delle due cose; col porre questa domanda uno sta semplicemente ammettendo di avere una riserva di libido insoddisfatta provocata da qualcos’altro, una specie di fermentazione che ha condotto alla tristezza e alla depressione.
Il principio d’indeterminazione di Heisenberg stabilisce, in meccanica quantistica, i limiti nella misurazione dei valori di grandezze fisiche coniugate o, nelle formulazioni più recenti e generali, incompatibili in un sistema fisico.
Il principio d'indeterminazione implica quindi che per una particella non sia possibile misurare in tempi successivi, e quindi conoscere, un definito valore della posizione e della quantità di moto con precisione assoluta, ovvero con incertezza nulla.
Vagavo nel crepuscolo poi li ho trovati. Sono stato felice. Ora si è fatto buio.
g.f.
La gioia di fotografare solo per me stesso.
Un semplice privilegio in una vita di...
g.f.
Objective difficulties.
g.f.
Si crogiolava felice nel proprio dolore, quasi non potesse farne a meno. Incessantemente.
Il dramma inizia con il Valletto che introduce in una stanza un uomo chiamato Garcin. La stanza non ha né finestre né specchi e si capisce presto che è un luogo dell’inferno. Garcin viene raggiunto da due donne, Inès ed Estelle. Tutti si aspettano di essere torturati, ma nessun altro entra nella stanza. Pian piano i personaggi comprendono di essere lì per torturarsi a vicenda, cosa che, nonostante ne siano consapevoli, fanno, gli uni tormentando gli altri con domande e commenti sulla loro vita precedente, sui delitti, miserie, desideri e passioni. I personaggi sono in grado di vedere ciò che accade sulla Terra, nella misura in cui ciò riguarda ancora loro, ma a mano a mano la connessione si fa più labile e le visioni scompaiono, lasciandoli da soli con loro stessi e gli altri due. Verso la fine del dramma Garcin scopre che la porta è sempre rimasta aperta ma né lui né Inès né Estelle sono ormai in grado di lasciare la stanza, imprigionati nella rete di rapporti che hanno creato.
Fonte: Wikipedia
Per pochi intimi
Con l’accettazione da parte della comunità scientifica della teoria della relatività è stato demolito il concetto di spazio e di tempo assoluti e separati l’uno dall’altro, mentre ha preso il suo posto il concetto di spaziotempo, nel quale non c’è un sistema di riferimento privilegiato e per ogni evento le coordinate spaziali e temporali sono legate tra di loro in funzione dello spostamento relativo dell’osservatore. ...
Aveva compiuto un lunghissimo viaggio
e non conosceva il mare.
Si soffermò estasiato ad ammirarlo, quasi con timidezza e riverenza.
Poi mi chiamò a sé ed io, felice, andai.
Io nun piango pe’ quarcuno che more,
non l’ho fatto manco pe ‘n genitore
che morenno m’ha ‘nsegnato a pensare,
non lo faccio per un altro che more. ...
[…] – Bartleby, in fretta, non s’attende che voi. Udii il sordo rumore delle gambe della sedia sul pavimento privo di tappeto, e ben presto egli apparve sulla soglia del suo eremo. – Che desiderate? – chiese tranquillo. ...
«Camminavo lungo la strada con due amici quando il sole tramontò, il cielo si tinse all’improvviso di rosso sangue. Mi fermai, mi appoggiai stanco morto a una palizzata. Sul fiordo nero-azzurro e sulla città c’erano sangue e lingue di fuoco. I miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura… E sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura.»
Si può avere un grande incendio nella propria anima, eppure nessuno è mai venuto a scaldarsi. I passanti vedono solo un filo di fumo dal camino e continuano sulla loro strada.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi – questa morte che ci accompagna dal mattino alla sera, insonne, sorda, come un vecchio rimorso o un vizio assurdo. ...
La gioia di fotografare solo per me stesso.
Un semplice privilegio in una vita di...
g.f.
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